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Su Facebook ci spiano??

La Polizia Postale spia sistematicamente tutti i profili presenti su Facebook grazie a veri e propri detective digitali impegnati nella lotta alla pedopornografia, al phishing e alle truffe telematiche?
Questo è quanto riportato dal settimanale L’Espresso, secondo cui, circa due settimane fa, alti dirigenti si sono recati a Palo Alto, California, sede del social network Facebook, ed hanno “strappato” un primo accordo nel quale si da inizio ad una sorta di collaborazione che prevede controlli preventivi a tappeto senza passare dalla magistratura e dalle lungagini che una rogatoria internazionale implica. Ciò significa che 400 agenti della Direzione Investigativa della Polizia Postale sparsi un pò in tutta Italia, avendo la possibilità di “sbirciare” i 17 milioni di profili italiani, potranno intervenire celermente reprimendo a monte certi reati che si sviluppano ed evolvono proprio sul web, soprattutto su social network come Facebook.
Il giornalista de L’Espresso ha quindi intervistato anonimamente un investigatore che ha rincarato la dose ammettendo tranquillamente che, già prima del presunto accordo, responsabili di Facebook Italia avevano dato l’ok alla visualizzazione di centinaia di profili, permettendo addirittura l’accesso ai contenuti delle chat vecchie anche di un anno.
La Polizia prende le distanze da quanto riportato dai media nelle ultime ore. In caso contrario, si profilerebbero gravi violazioni del Testo Unico sulla tutela della Privacy e una deroga dal Codice Penale.
«Si tratta di un equivoco» afferma A.pruzzese,il direttore della polizia postale e delle comunicazioni,che poi spiega: «Alcune settimane fa sono venuti i responsabili di Facebook in Italia, in seguito ad una serie di contatti che abbiamo avuto nei mesi passati con l'obiettivo di capire come funziona la loro macchina». Nel corso dell'incontro, i responsabili dell'azienda di Palo Alto hanno fornito alla polizia postale - che le ha a sua volta inoltrate a tutte le forze di polizia italiane - le 'linee guidà per gestire tutto ciò che richiede l'intervento della polizia giudiziaria. «Ci hanno spiegato le loro procedure d'intervento - dice ancora Apruzzese - e si tratta di procedure che non ci consentono in alcun modo di accedere ai profili».
Estratto dalla rete

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